Libertà di stampa sotto attacco:

≋3≋ allarmi che devono farci riflettere

1. L’arresto di Julian Assange

L’11 aprile 2019 il giornalista d’inchiesta Julian Assange viene arrestato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dopo quasi sette anni di asilo internazionale. euronews+2TechCrunch+2

Trascorrerà 5 duri anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, definita dagli stessi inglesi “la Guantanamo britannica”.

L’arresto segna l’avvio di una battaglia legale che coinvolge l’estradizione negli Stati Uniti e solleva questioni fondamentali sulla libertà di stampa e la protezione di chi pubblica documenti riservati attestanti crimini contro l’umanità.

Accusato per 18 violazioni dell’Espionage Act e rischiando fino a 175 anni di carcere, il 24 giugno 2024 Assange si dichiarerà colpevole per aver divulgato informazioni classificate. AP News+1

⚠️Perché è rilevante per il giornalismo:

Il confine tra giornalismo e spionaggio resta sottile, ma fondamentale per la tutela della libertà di stampa e del diritto all’informazione. Il giornalismo autentico ha lo scopo di rendere pubbliche informazioni di interesse collettivo, anche se scomode per i governi; lo spionaggio, invece, mira a favorire uno Stato o un attore strategico a discapito di altri.

In questo contesto, i documenti che attestano crimini di guerra o gravi violazioni dei diritti umani assumono un’importanza vitale: non solo permettono di verificare la realtà dei fatti, ma costituiscono strumenti essenziali per far emergere le responsabilità e garantire la trasparenza del potere. Secondo diversi organismi internazionali, produrre, raccogliere e divulgare tali prove rientra pienamente nel ruolo dei giornalisti nei contesti di conflitto, poiché contribuisce a favorire la responsabilità pubblica, a prevenire l’impunità e a tutelare i cittadini dalla disinformazione.

Il caso di Julian Assange rappresenta emblematicamente questa tensione: le pubblicazioni da lui promosse di documenti classificati che denunciavano abusi nelle guerre in Iraq e Afghanistan pongono interrogativi profondi sul futuro del giornalismo d’inchiesta, sulla garanzia della corretta informazione e sul delicato equilibrio tra sicurezza nazionale e diritto dei cittadini a conoscere la verità.


2. I giornalisti palestinesi nella Striscia di Gaza

L’occupazione in corso nella Striscia di Gaza ha visto un numero drammatico di giornalisti ed operatori uccisi. Un rapporto del United Nations Human Rights Office segnala che dal 7 ottobre 2023 sono stati confermati almeno 227 giornalisti palestinesi uccisi nella Striscia. Nazioni Unite+2Committee to Protect Journalists+2
In un comunicato del febbraio 2024, esperti ONU hanno denunciato che “gli operatori dei media sono protetti dal diritto internazionale, ma in questo conflitto vengono attaccati come se fossero combattenti”. The United Nations in Palestine

⚠️ Violazioni e casi di “double‑tap” a Gaza

Cos’è una “double‑tap strike”

La tattica della “double‑tap” consiste nel colpire una prima volta un obiettivo, e poi in un secondo attacco ravvicinato nello stesso luogo, quando soccorritori, medici, giornalisti o civili si precipitano ad aiutare — aumentando così le vittime e colpendo coloro che svolgono attività protette dal diritto internazionale. Wikipedia+1
Dal punto di vista del diritto internazionale umanitario, queste operazioni sollevano serissime questioni relative ai principi di distinzione, precauzione e protezione dei soccorritori.

Uno dei casi più citati è l’attacco al Nasser Hospital a Khan Younis, Striscia di Gaza, il 25 agosto 2025: un primo colpo seguito da un secondo poco dopo, che ha ucciso almeno 20 persone, inclusi 5 giornalisti. Wikipedia+2The Week+2

In quell’occasione, testimoni hanno dichiarato che dopo il primo impatto sono intervenuti soccorsi, giornalisti e personale medico — e che il secondo attacco è arrivato mentre erano ancora sul posto. AP News+1

Un’inchiesta di +972 Magazine e Local Call suggerisce che la tattica della double‑tap sia stata adottata dall’esercito israeliano in maniera sistematica a Gaza, per colpire non solo il “bersaglio” iniziale, ma anche chi soccorreva dopo il primo impatto. JFJFP

Le organizzazioni internazionali hanno dichiarato che tali attacchi possono costituire violazione grave del diritto di guerra, dato che medici, giornalisti e soccorritori sono protetti — a meno che non partecipino direttamente alle ostilità. L’Orient Today+1

Un altro caso, non prettamente classificato come “double tap strike” ma decisamente brutale, è il caso della morte di Hind Rajab, della sua famiglia e due soccorritori.

Uccidere giornalisti o soccorritori che non partecipano al combattimento rientra nella definizione di esecuzione extragiudiziale, vietata sia dal DIU sia da molte legislazioni nazionali e internazionali sui diritti umani.

⚠️Altre violazioni segnalate

  • Il fatto che molti giornalisti palestinesi siano stati uccisi mentre indossavano giubbotti “PRESS” o si trovavano in posizioni note come giornalisti attivi, solleva interrogativi circa la protezione che dovrebbe essere loro garantita in conflitti armati. Al Jazeera+1
  • Le restrizioni quasi totali all’accesso di giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza aumentano la vulnerabilità dei giornalisti locali, e riducono la trasparenza sul campo. Al Jazeera
  • Le organizzazioni denunciano un alto grado di impunità — cioè pochi accertamenti reali e responsabilità che restano largamente non perseguite.

3. L’attentato a Sigfrido Ranucci

Nella notte del 16 ottobre 2025, a Pomezia (Roma), un ordigno rudimentale contenente circa un chilo di esplosivo è stato collocato sotto l’auto del conduttore del programma di inchiesta Report. L’esplosione ha distrutto la sua auto e quella della figlia. ANSA.it+2Sky TG24+2
L’attentato è un “avvertimento” nei confronti di un giornalista che da anni conduce inchieste su corruzione, criminalità e potere.

⚠️Le autorità italiane lo hanno definito “un attacco alla libertà di stampa”. Rai


Questi tre eventi — internazionale, bellico e domestico — mostrano tre dimensioni della crisi della libertà di stampa:

  • lo scontro giuridico-politico (Assange),
  • il contesto estremo della guerra (Gaza),
  • la minaccia diretta al giornalismo investigativo (Ranucci).

In un momento in cui l’informazione è sotto pressione, è importante sottolineare che la libertà di stampa non è un dato acquisito:

va difesa, protetta e promossa attivamente.

Free Assange Italia

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