In tutto il mondo, sempre più iniziative per Assange

Si moltiplicano le associazioni e i politici che stanno alzando la voce per la libertà del giornalista Julian Assange.
Grazie a loro, la speranza non muore

In Italia, Assange membro onorario di ANPPIA e ODG

Tra le associazioni italiane che si sono mobilitate per Assange c’è ANPPIA, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti, che ha conferito la tessera onoraria a lui, alla moglie Stella Moris, alla giornalista italiana Stefania Maurizi e ai giornalisti di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson (attuale direttore), Sarah Harrison, Joseph Farrell e Jacob Appelbaum.
(I dettagli dell’iniziativa di ANPPIA sono descritti in questo articolo di Free Assange Italia)

Anche l’Ordine Nazionale dei Giornalisti si è schierato a fianco di Assange, consegnandogli la tessera onoraria dell’Ordine.

“Un gesto simbolico ma significativo che in questo delicato momento, vuole continuare a illuminare e tenere viva e vigile l’attenzione su un’oscura vicenda che coinvolge tutti colori che hanno a cuore la democrazia, la verità e il diritto di informare correttamente.

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ritiene la vicenda del giornalista australiano un gravissimo attentato contro la libertà di informazione nel mondo, davanti al quale non si può tacere”

L’Ordine ha voluto porre l’attenzione sull’ingiustizia che questo caso rappresenta.

“Non è possibile ed è intollerabile trattare come un criminale un giornalista che ha contribuito alla diffusione della verità, mettendo a disposizione dell’opinione pubblica informazioni senza scopo di lucro”

Infine, ha lanciato un appello a tutti i cittadini, chiedendo di alzare la voce per salvare Assange. Ma anche per tutelare la libertà di tutti i giornalisti e il diritto della popolazione ad essere correttamente informata.

Altro gesto significativo è quello del comune di Lucera, in provincia di Foggia, che ha conferito la cittadinanza onoraria al giornalista.

“Assange è un simbolo su cui dobbiamo tenere sempre alta l’attenzione anche per quello che può rappresentare nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di giornalisti liberi e portatori di verità”

La Germania a fianco di Assange

In Germania, molti politici hanno preso posizione contro l’estradizione di Assange in nome della tutela della libertà di stampa.
84 deputati (provenienti da 4 diversi partiti) hanno lanciato un appello al Regno Unito e a Biden per fermare l’estradizione.

“I giornalisti non devono essere perseguitati o puniti per il loro lavoro in qualsiasi parte del mondo.
Nell’interesse della libertà di stampa e per ragioni umanitarie in considerazione del suo cattivo stato di salute, Julian Assange deve essere rilasciato senza indugio.

Una stampa libera è una delle componenti fondamentali di ogni democrazia. Siamo molto preoccupati per l’effetto deterrente che l’estradizione e la condanna di Assange potrebbero avere sulla libertà di stampa e sul giornalismo investigativo in tutto il mondo”

Sempre in Germania, il 6 luglio, il Parlamento ha votato a favore di una petizione che condanna la tortura psicologica subita da Assange in questi anni, ma anche la minaccia alla libertà di stampa in Europa e in Germania.

Il voto, che è stato definito storico, è arrivato dopo anni di campagne da parte di alcuni membri del Parlamento tedesco.

“Alzate la vostra voce”, l’appello del Nobel Adolfo Pérez Esquivel

A mobilitarsi in favore della libertà per Assange c’è anche il Premio Nobel argentino Adolfo Pèrez Esquivel.
Esquivel, detenuto e torturato durante la dittatura argentina, fu liberato proprio grazie a una mobilitazione popolare.

Nel suo appello, il pacifista condanna gli USA che “vogliono controllare i destini del mondo. Pretendono l’impunità e minacciano la libertà di stampa”.
Esquivel ha poi ricordato di aver visitato Assange nell’ambasciata ecuadoriana, e ha assicurato che “non è né un delinquente, né una spia, come il governo americano lo descrive”.

Ha, inoltre, raccomandato a tutti di tenere gli occhi aperti sulle decisioni che verranno prese dagli USA, ma anche su tutti i crimini e le violazioni dei diritti umani. Infatti, ha evidenziato Esquivel, “la condanna di Assange è anche un avvertimento per tutti quei giornalisti e mezzi di comunicazione indipendenti che vogliono raccontare la verità della vita dei popoli. Anche loro saranno perseguitati come stanno facendo con Assange”.

Infine, il Premio Nobel ha lanciato una chiamata a tutto il mondo.

“Mi appello ancora con forza alle associazioni di giornalisti, al mondo della cultura, ai giuristi, alle organizzazioni per i Diritti Umani, non rimanete indifferenti.
Alzate la vostra voce per la liberazione di Julian Assange”

Esquivel ha anche proposto una campagna che consiste nel registrare un breve video (3 minuti) in cui reclamare la liberazione del giornalista.
Sono già molti i personaggi che hanno aderito. Tra questi ci sono: Laura Morante, John Malkovich, Peter Stein, Chico Buarque, Maddalena Crippa e Mani Ovidia.

Sempre in Argentina l’associazione Serpaj (Servicio Paz y Justicia), organismo in difesa dei diritti umani fondato da Esquivel, ha conferito a Julian Assange il Memoriale per la Pace.

Si tratta di un riconoscimento che l’associazione consegna a persone e organizzazioni che lottano per una cultura della pace, per i diritti e l’autodeterminazione dei popoli, per un mondo libero da ogni violenza.

Il merito di Assange è quello di aver dato un grande contributo al giornalismo indipendente e critico, portando alla luce i crimini terroristici degli Stati Uniti.

L’opinione pubblica è l’unica speranza

Il caso di Assange è un caso politico, come in molti hanno affermato.
In particolare Edward Snowden, che ha postato un tweet breve ma incisivo che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo.

“Julian Assange è un prigioniero politico”

Per questo motivo, ogni gesto che la comunità compie a favore di Assange è importante.
Come ha evidenziato la giornalista italiana Stefania Maurizi in un tweet, non sarà la legge a portare giustizia.

“Solo l’opinione pubblica può salvare Julian Assange e i giornalisti di WikiLeaks. Non saranno la legge, i giudici, le corti. Quelli proteggono i criminali di guerra e i torturatori, come dimostra il fatto che nessuno di loro è stato punito”.

L’opinione pubblica, in conclusione, è l’unico scudo che abbiamo.

Giulia Calvani

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