“Secret Power: WikiLeaks and its enemies” di Stefania Maurizi

Secret Power: WikiLeaks and Its Enemies” è il titolo del nuovo libro della giornalista italiana Stefania Maurizi, edito da PlutoBooks e pubblicato lo scorso 3 novembre.
Il libro è la versione inglese del precedente “Potere Segreto: Perché vogliono distruggere Assange e WikiLeaks“. Contiene, in più, i dettagli dell’indagine FOIA intentata dalla giornalista contro i governi di UK, USA, Australia e Svezia.

L’autrice

Stefania Maurizi è una giornalista investigativa italiana, nota aver lavorato su tutti i documenti di WikiLeaks e sui file di Snowden.
Interessata alla crittografia e al suo utilizzo nella protezione delle fonti, entra in contatto con Julian Assange e WikiLeaks nel 2008.
Tra i media partners che hanno affiancato WikiLeaks, Maurizi è l’unica ad aver lavorato su tutti i file segreti, pubblicandoli nelle redazioni di Repubblica e L’Espresso.

Oggi, lavora nella redazione de Il Fatto Quotidiano ed è impegnata in un contenzioso FOIA nelle giurisdizioni di UK, USA, Australia e Svezia.
Grazie a questa indagine, Maurizi ha ottenuto e pubblicato importanti documenti che gettano luce su uno dei casi giudiziari più allarmanti della nostra epoca.

Secret Power: il potere che non vediamo

Secret Power: WikiLeaks and Its Enemies” racconta la complicata vicenda dell’uomo “che si oppose al potere segreto“, meglio noto come Julian Assange, fondatore di WikiLeaks.

Fin dall’inizio, WikiLeaks si trova a dover fronteggiare poteri più grandi e più forti di lei. Il governo degli USA, il Pentagono, la CIA.
Ma, davanti alle insistenti richieste di non pubblicare (che diventano poi dure minacce e, infine, persecuzione) l’organizzazione reagisce sempre allo stesso modo: continuando a pubblicare.
Crimini di guerra in Iraq e Afghanistan, torture nel carcere di Guantanamo, corruzione ai più alti livelli della politica internazionale, spionaggio della CIA.
Maurizi, l’unica ad aver lavorato su ognuna di queste pubblicazioni, racconta come WikiLeaks abbia aperto uno squarcio in quello che è il “potere segreto“, che non è il potere che vediamo nei telegiornali o nei quotidiani.
Il potere segreto è quello che lavora dietro le quinte, lontano da occhi indiscreti, nella più totale impunità.

Impunità che rimane tale persino in presenza di documenti che mostrano al mondo tali crimini.
A pagarne le conseguenze non sono coloro che li hanno compiuti, bensì i giornalisti e i whistleblowers che li hanno denunciati.
Chelsea Manning, ex militare statunitense e fonte dell’organizzazione, arrestata e sottoposta a condizioni degradanti, ha tentato il suicidio tre volte.
Edward Snowden, analista della NSA e whistleblower, è stato costretto all’esilio in Russia.
i giornalisti di WikiLeaks hanno subito ogni tipo di pressione e intimidazione, per il solo fatto di aver reso pubbliche informazioni che il potere segreto non poteva permettere che venissero svelate.

Julian Assange, fondatore e caporedattore, non è più un uomo libero da oltre un decennio.
Da tre anni e mezzo si trova in una piccola cella nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, sospeso tra la vita e la morte, fronteggiando la possibilità di essere estradato negli USA e scontare 175 anni di prigione.
Il libro presenta nel dettaglio il modo in cui la sua vita è stata distrutta da una meticolosa campagna di demonizzazione, da una controversa indagine per stupro mai giunta a conclusione, e da una sinistra persecuzione che prosegue ancora oggi.

La parte finale è dedicata all’indagine FOIA, con la quale Maurizi si impegna, da oltre 7 anni, ad ottenere giustizia per Assange e i giornalisti di WikiLeaks.
Ciò che si evince è una fitta rete di cooperazione tra i governi di Svezia, Australia, UK e USA, che ha come unico obiettivo quello di fermare l’organizzazione e punire le persone che ci hanno lavorato.
Riparare le squarcio ed evitare che qualcun altro, in futuro, osi riaprirlo.

Un libro che dovrebbe farci arrabbiare

Ciò che dovremmo comprendere, leggendo questo libro, è che l’obiettivo finale di questi attacchi non è WikiLeaks.
A fare paura, non è solo Julian Assange. E non sono nemmeno Chelsea Manning o Edward Snowden.
A fare paura, è ciò che la gente potrebbe fare o pensare se entrasse in possesso di tali informazioni.
Perciò, la lunga e instancabile campagna contro WikiLeaks, è in realtà una lunga e instancabile campagna contro la libertà di stampa e l’esercizio della democrazia.

Questo è un libro che dovrebbe farvi molto arrabbiare “, afferma il regista Ken Loach nella prefazione del libro.
Arrabbiarsi, e mobilitarsi, è un obbligo morale che ogni cittadino con a cuore la libertà e la democrazia dovrebbe assumersi-
Per quelli che sono dalla nostra parte, per quelli che non lo sono, e anche per quelli che sono contro di noi.

Giulia Calvani

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